Odontoiatria 4k: il futuro è il dentista robot?

di | 28 Febbraio 2019

Oggi, dopo una settimana complicata, per svagarmi, ho deciso di scrivere e pubblicare ciò che da un po’ di tempo mi passa per la testa.. parlerò di tecnologia… così come viene, senza rileggere e correggere .. quindi se vuoi prosegui la lettura, ma a tuo rischio e pericolo (soprattutto se sei un amante del bell’italiano!).

Qualche mese fa ero relatore ad un congresso. Argomento: la nuova tecnologia e le nuove frontiere della comunicazione nel mondo digitale.

Come puoi leggere nel bellissimo articolo scritto da Matteo (Una Storia Sbagliata: di favole, del digitale e di altre storie.) ogni giorno i dentisti vengono bombardati da proposte di acquisto di nuove mirabolanti tecnologie. Secondo le aziende tutti dovrebbero essere interessati all’acquisto di questi strumenti perché ci permetterebbero di acquisire nuovi pazienti e guadagnare di più. Ma, chiedo, … mi fanno anche lavorare meglio? Migliorano il servizio che posso dare al paziente? Mah …

Fatta questa premessa, facilmente capirai che la posizione che ho preso al congresso è stata vista come “reazionaria”: il dentista è un essere umano che si prende cura di esseri umani, la tecnologia è solo uno strumento, non è la soluzione e tanto meno una alternativa alla competenza.

Il mio pensiero si basa su tre punti:

  1. il rapporto medico – paziente è stato, è e sarà sempre il centro della relazione terapeutica;
  2. l’atto supremo che ogni medico compie, il più importante, quello in cui impiega tutte le sue conoscenze, la sua esperienza e (in qualche caso) anche la sua creatività, è la visita a cui fa seguito una diagnosi.
  3. compito del medico non è solo quello di curare o di operare è anche, e soprattutto, quello di modificare le condizioni che predispongono l’insorgenza di una malattia. Cosa? La prevenzione!

Bene, ora provo a spiegarteli, in breve, uno ad uno:

1 il rapporto medico – paziente è stato, è e sarà sempre il centro della relazione terapeutica.

In parole povere significa che un macchinario, anche il più tecnologico, difficilmente potrà comprendere le tue esigenze, le tue aspettative e i tuoi desideri. La malattia che colpisce i tuoi denti o le tue gengive (tocca ferro!) è solamente uno degli aspetti, quello più tecnico, che il curante deve considerare. La bocca è parte dell’individuo a cui appartiene e lo stesso problema tecnico su due individui differenti può avere due soluzioni differenti. Cosa fa la differenza? Già.. le tue aspettative, i tuoi desideri, le tue esigenze, magari le tue paure, le tue abitudini o le tue convinzioni. E allora la domanda: come metto questi input in un macchinario? Nel mio cervello so bene come farli entrare, comprenderli e tenerli in considerazione mentre curo la tua bocca, ma un macchinario? Forse un giorno, ma ora no (e credo fino a che andrò in pensione).

2 l’atto supremo che ogni medico compie, il più importante, quello in cui impiega tutte le sue conoscenze, la sua esperienza e (in qualche caso) anche la sua creatività, è la visita a cui fa seguito una diagnosi.

Proprio così. La visita è il momento fondamentale del trattamento! In parte anche per i motivi esposti al punto 1, ma anche, questa volta, da un punto di vista più tecnico. Una visita approssimativa porta ad una diagnosi approssimativa e ad un piano di cure approssimativo. Un piano di cure svolto da mani esperte in maniera eccellente porterà a risultati eccellenti, ma se la diagnosi è poco accurata, incompleta o addirittura sbagliata i risultati saranno eccellentemente (licenza poetica) poco accurati, incompleti o addirittura sbagliati! La visita, la diagnosi, richiedono tempo, esami accurati (e qui la tecnologia può anche essere utile) ed esperienza. Il collega (beh, lui è un vero dottore in medicina!) ed ora nostro paziente, Enrico mi dice spesso che “ai suoi tempi” si faceva diagnosi con l’esperienza e la semeiotica … ora non solo qualcuno delega tutto a 5 minuti e una panoramica (gratis!), ma i più non sanno nemmeno che significhi il termine semeiotica*!!!

*in ambito medico, la semeiotica (dal greco σημεῖον, semèion, che significa “segno”, e dal suffisso -iké, “relativo a”) è la disciplina che studia i sintomi e i segni clinici. (Wikipedia)

3 compito del medico non è solo quello di curare o di operare è anche, e soprattutto, quello di modificare le condizioni che predispongono l’insorgenza di una malattia. Cosa? La prevenzione!

Lo so che la sola parola prevenzione nella tua testa suona come “noia mortale” oppure come “ecco, adesso attacca il pippone sull’igiene!” quindi sarò brevissimo. Modificare le condizioni predisponenti una malattia è conseguenza dei punti 1 e 2. Senza instaurare un rapporto terapeutico non posso fare una diagnosi corretta, senza una diagnosi non posso trattarti e non posso dirti perché hai avuto il problema che ti ha portato da me, non posso curarti adeguatamente e soprattutto non posso dirti come fare a non averlo più! Questo per me significa prevenzione.. e funziona nella stessa maniera, anche meglio, se il problema ancora non lo hai: se condividiamo informazioni (paure, abitudini, convinzioni) possiamo interagire, confrontarci e capire come fare a non avere problemi nella tua bocca. Beh, si, poi tocca a te impegnarti! Certamente la migliore tac, il super scanner, il laser (così potente che nemmeno Goldrake), il robot che esegue attraverso la rete 4k gli interventi a distanza, il macchinario che produce denti da cubetti di ceramica in 1 ora, non sono capaci di dirti come non farti ammalare di carie o di parodontite!

Concludo. Tecnologia si, assolutamente si, ma come strumento nelle mani dell’uomo e controllato da un cervello pensante che la utilizza quando e se necessaria. Tecnologia no, assolutamente no come strumento di marketing (leggasi per fare il figo), come sostituto dell’arte di fare il medico, come scusa per standardizzare procedure che di standard dovrebbero avere davvero poco!

Davide

2 pensieri su “Odontoiatria 4k: il futuro è il dentista robot?

  1. cristina tampieri

    Grazie Davide per questo bell’articolo!!!
    Non penso che la tua posizione sia reazionaria, ma sicuramente va contro corrente. Spesso a perseguire coerentemente i propri ideali e a tramettere i propri valori si va contro corrente! Non fa niente, sono convinta che i tuoi pazienti ti stimino proprio per questo.
    Buon lavoro a te e tutti i tuoi colleghi/e.
    Cristina

    Rispondi
    1. StudioABB

      Grazie Cristina per il tuo supporto e.. per avermi fatto capire che sono riuscito a comunicare ciò che desideravo!
      A presto!
      Davide

      Rispondi

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