Dica Trecentotrentatre…

di | 16 Novembre 2017

Quando un paziente diventa cliente

 

ATTENZIONE: l’articolo potrebbe contenere un linguaggio non adatto ad un pubblico sensibile!

 

 

L’ennesimo cartellone pubblicitario di un ahinoi noto franchising odontoiatrico mi ha suscitato l’irrefrenabile desiderio di scriverne.

 

Incominciamo dalla grafica: semplicemente orrenda. Niente, non ce la possono proprio fare.

Un qualsiasi smanettone improvvisato con un background basilare di estetica saprebbe fare di molto meglio.

 

La bocca sollevò dal fiero pasto*: una ragazza ad occhi chiusi girata di tre quarti. Un’espressione che più che ad un sorriso rimanda al ghigno liberatorio di una terribile agonia.

Qualcosa che genera piuttosto l’irrefrenabile necessità di sgranare un rosario. Mater Misericordiae Ora pro nobis, Amen.

 

Ma addentriamoci nei contenuti:

 

_Odontoiatria a 360°: sticazzi, quindi?

Forse si riferiscono alla giostra in cui rischi di entrare: verrai infatti smanazzato da più mani e non tanto perché vi siano competenze specifiche, quanto piuttosto perché, non avendo un odontoiatra di riferimento, ti toccherà di volta in volta quel che passa il convento.

 

_ Prima Visita senza Impegno: l’esca.

Nemmeno questa ormai più differenziante dato che sono ormai tanti i centri e gli studi che offrono visita e preventivo gratuiti con l’obiettivo di recuperare disperatamente un po’ di lavoro (vedi sindrome della poltrona vuota, varie ed eventuali).

Venghino signori, venghino! La crisi morde e si tiene famiglia.

Del resto se la visita te la fa il primo sbarbatello neo-laureato che non sa fare un cazzo risulterebbe pure offensivo farsela pagare.

Siamo sempre alle solite: una cosa che non costa nulla non vale nulla (cit. Prof Mario Martignoni).

_Tecnologia d’avanguardia: setta o nona come se fosse Antani**.

Ennesimo slogan aspecifico (quale tecnologia?), né differenziante: nel 2017 bene o male la tecnologia è effimera (leggi obsolescenza precoce?!) e soprattutto a disposizione di tutti.

Per di più la tecnologia è nulla senza controllo. Come mettere una Formula Uno nelle mani di un neo-patentato, oppure un bisturi con i controcazzi da chirurgia addominale in mano ad uno specializzando con ancora le lentiggini.

Vale a dire che è ancora l’operatore, con la propria conoscenza, maturata negli anni in esperienza, a fare la differenza e a determinare il successo finale di ogni intervento. Soprattutto in medicina.

Quindi quella della tecnologia è l’ennesima banale supercazzola, utile solamente a confezionare un bel vestito al messaggio promozionale. Fuorviante, non foss’altro che sotto il vestito: niente***!

 

Infine il pezzo forte, l’offertona come se non ci fosse un domani:

 

_Implantologia a partire da 333 euro*

Con l’immancabile asterisco che rimanda a condizioni contrattuali troppo piccole per essere lette…come i sottotitoli nelle storiche televendite di Mastrota. Della serie il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.

Tuttavia il messaggio contiene un elemento di inaudita meschinità che finisce col determinare una mutazione antropologica pressoché irreversibile.

Sim Sala Bim****: con un’operazione commerciale lurida e volgare ecco che da paziente sei stato trasformato in cliente. Abituandoti a considerare solamente il prezzo come discriminante per la scelta del clinico a cui affidare la tua bocca, rischi infatti che ti venga venduto un prodotto necessario a realizzare utili, piuttosto che la terapia più idonea a risolvere il tuo problema di salute orale.

 

 

Carico immediato, denti fissi in 24 ore, entri con un problema ed esci con un sorriso, sono tutti corollari di un marketing ossessivo e inquietante, perché a dispetto di ogni principio di etica deontologica e civile (la salute è un bene inalienabile e un diritto tutelato dalla Costituzione Italiana – Art. 32) è fondato esclusivamente sul profitto

 

E sull’approfittare del tuo bene salute per produrre reddito per gli investitori. Quindi, dato che la marginalità di questi centri è ridottissima per gli elevatissimi costi di gestione, di personale e manodopera “specializzata” (vabbè, poco e male), l’unica strategia possibile è lavorare su grandi numeri (tanti CLIENTI e operatività veloci), ricorrendo alle prestazioni più remunerative e omologando i trattamenti proposti.

 

Obiezioni in ordine sparso, sempre alla cazzo e costantemente fuori luogo.

 

È la globalizzazione bellezza! Peccato che non stiamo parlando di prodotti, ma di servizi INTELLETTUALI e nello specifico di terapie che dovrebbero essere individualizzate e rispondenti a una diagnosi che è sempre individuale e personale.

 

Almeno risparmio…ho speso sempre un sacco di soldi dal mio dentista senza risolvere il mio problema!

Come dire: piove, governo ladro!

Come ho già scritto in altre occasioni, la fortuna, transitoria, di questi centri si fonda sul mare di ignoranza e arroganza che inquina la categoria, piena di lestofanti avidi, senza scrupoli e spesso pure incapaci, che hanno anch’essi come unico scopo il profitto ad ogni costo.

 

Stiamo parlando tuttavia del medesimo peccato originale che accomuna sedicenti centri e altrettanto sedicenti “professionisti”. Risparmierai pure qualcosa ma sei sempre un povero pollo da spennare.

 

Come te ne puoi accorgere?

Per i medici onesti la parcella è un atto conclusivo di un percorso diagnostico e terapeutico che richiede tempo, approfondimento, conoscenza, esperienza, cuore e dove lo studio del caso prevede l’analisi della semeiotica.

I segni e i sintomi.

L’acquisizione di indagini strumentali solo se strettamente necessarie a formulare una diagnosi (non OPT – radiografie panoramiche a tappeto e soprattutto ad minchiam).

La formulazione di un percorso terapeutico pertinente, coerente e concordato con il paziente.

La dichiarazione trasparente degli svantaggi e dei benefici e la condivisione della prognosi e delle possibili complicanze postoperatorie.

 

Questo fa un medico! Come i condotti di una volta che mentre ti auscultavano ti facevano dire trentatre.

Non come i banditi di adesso che ti chiedono di sottoscrivere trecentotrentatre.

 

Non c’è niente da fare: il baratro è alle porte. L’unica soluzione, temo per tutti noi, era e resta quella di andare affanculo. Però serenamene, quasi con orgoglio! Agili, in scioltezza (cit. Andrea Scanzi)

 

Matteo

 

* La Divina Commedia. Inferno – Canto XXXIII – Dante Alighieri

** Liberamente tratto dal film Amici miei – Regia di Mario Monicelli, 1975

*** Titolo di un thriller a sfondo erotico degli anni ‘80. Regia di Carlo Vanzina, 1985

**** Cit. Mago Silvan

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