ovvero “Natura non facit saltus!” Parte 1.
Questo è il primo di una serie di articoli in cui ci occupiamo di capire se esiste una relazione tra denti (bocca in genere) e il resto del nostro corpo.
Lo faremo pubblicando le interviste già pubblicate anche sulle nostre News Letters.
D: Cominciamo con le presentazioni: Dott.ssa Bompani, Lei di che cosa si occupa?
Mi occupo prevalentemente di Odontoiatria infantile e Ortognatodonzia
D: Cosa si intende per odontoiatria infantile?
L’odontoiatria infantile o Pedodonzia si occupa delle patologie odontoiatriche in età pediatrica, dedicando particolare attenzione alle attività di prevenzione primaria, che si basano su quattro pilastri fondamentali: Igiene orale – Alimentazione corretta – Fluoroprofilassi – Controlli periodici
D: Quanto è importante l’igiene orale?
L’adozione di idonee manovre di igiene orale ha infatti l’obiettivo di rimuovere efficacemente dalla superficie dei denti la placca batterica, causa di carie precoce, specialmente in presenza di diete ricche di dolci, come spesso sono quelle del bambino.
D: Quanto influisce l’alimentazione nel mantenimento della salute orale?
L’abitudine a corrette regole di igiene alimentare rappresenta un presidio di prevenzione particolarmente importante, sia per la salute dei denti: i batteri cariogeni traggono la loro energia “distruttrice” dal metabolismo degli zuccheri salivari, sia per il benessere globale dell’individuo.
E’ utile a questo proposito ricordare il problema emergente dell’obesità e del diabete infantile.
Per dare un po’ di numeri:
- negli ultimi dieci anni si è assistito ad un aumento del 75% dei casi di diabete nei bambini sotto i quattro anni, del 30% nella fascia tra i 4 e i 14 anni;
- secondo uno studio della “International Obesity Task Force”, circa il 4% di tutti i bambini d’Europa e affetto da obesità , il 37% da sovrappeso , e tale percentuale è in marcato aumento;Per non parlare dell’enorme impatto economico che questi problemi determinano in termini di costi sociali a carico del SSN.
D: Un esempio concreto di approccio globale! Quali sono i consigli utili per un’alimentazione corretta?
Innanzitutto limitare il consumo dei carboidrati cosiddetti semplici ad elevato indice glicemico (dolci, bevande zuccherate, etc) e preferire quelli complessi (cereali, frutta, verdura, etc).
D: Da molti genitori potrebbe essere interpretato come un atteggiamento molto rigido, addirittura punitivo.. insomma privare il bambino del dolcetto può essere molto difficile, non crede?
Infatti non si tratta di eliminarlo, ma soltanto di limitarne il consumo.
Una buona regola di educazione alimentare può essere quella di riservare il dolcetto alla fine del pasto principale, affidando lo snack fuori pasto ad alimenti a maggior valore nutrizionale (es. frutta).
In questo modo è possibile controllare meglio anche l’igiene orale!
D: In che modo?
La regola aurea recita di lavarsi denti dopo ogni pasto.
Questo esercizio attitudinale può essere molto difficile da mantenere, non soltanto per questioni “caratteriali” del bambino, ma perché spesso non vi sono le condizioni per farlo (ad esempio quando il bambino si trova fuori casa).
Ecco che allora riservare il dolcetto alla fine del pasto principale, può essere il modo per educare il bambino anche a spazzolare i denti dopo averlo consumato.
D: Perché è così importante lavarsi i denti dopo aver mangiato?
Il nemico da combattere è la placca batterica, un agglomerato di germi che si forma in breve tempo, già pochi minuti dopo lo spazzolamento, sotto forma di una pellicola morbida che aderisce tenacemente allo smalto dei denti.
Il metabolismo di questi batteri è dipendente dalla presenza degli zuccheri, che vengono utilizzati per ricavare energia e per produrre acidi organici che aggrediscono i tessuti duri dentali.
Il fattore tempo è determinante per l’evoluzione in senso cariogeno: più la placca rimane a contatto con il dente, maggiore sarà la sua capacità di distruzione del minerale che costituisce lo smalto.
D: Questo spiega la relazione zuccheri alimentari – carie e anche l’importanza di igiene orale e alimentare nella prevenzione. Cosa può dirci riguardo alla fluoroprofilassi?
L’OMS ritiene che l’impiego di fluoro rappresenti il metodo più efficace per la prevenzione della carie. Pur essendo un minerale molto diffuso in natura, nelle acque e in alcuni cibi (the, pesce azzurro, verdure) la quantità che il nostro organismo ricava dagli alimenti è molto bassa, non superando il 40% del fabbisogno totale. Il fluoro esplica la sua azione agendo sia direttamente sulla componente minerale del dente che sui batteri della placca.
Semplificando al massimo il ragionamento, il fluoro somministrato durante lo sviluppo dei denti si lega allo smalto determinando la formazione di un minerale (fluoroapatite) più stabile e meno solubile in ambiente acido, quindi maggiormente resistente agli attacchi della placca.
Affinchè si realizzi tale reazione è indispensabile l’esposizione a piccole quantità di fluoro per lunghi periodi.
Il fluoro inoltre esercita un’azione batteriostatica diretta sui batteri della placca, alterandone i meccanismi di adesione cellulare e inibendone il potenziale di produzione di acidi.
D: Detto così i fluoro sembra essere la panacea di tutti i mali, per lo meno quelli legati alla carie. E’ così?
Proprio per le proprietà che le ho elencato il fluoro è un’importante presidio di prevenzione odontoiatrica, ma come in tutte le cose non bisogna esagerare. Il sovradosaggio può infatti portare a conseguenze molto serie e paradossalmente ottenere l’effetto contrario.
Le intossicazioni da fluoro sono note come fluorosi e, a seconda della gravità, possono determinare importanti alterazioni e anche deturpazioni dello smalto dei denti (discromie/anomalie di superficie).
Pertanto il fluoro deve essere somministrato sotto il controllo del medico, in collaborazione con il pediatra e tenuto conto dei dati anamnestici, del tipo di dieta del soggetto e del contenuto di fluoro dell’acqua potabile della zona dove risiede.
D: Quale ruolo hanno i controlli periodici?
I controlli periodici sono importanti per individuare precocemente qualsiasi tipo di patologia di interesse odontoiatrico, come carie ed eventuali alterazioni nel normale sviluppo dento-scheletrico del bambino, nonché per intercettare l’instaurarsi di malocclusioni.
Sono importanti anche per valutare l’evoluzione delle abitudini del bambino in termini di predisposizione alla carie, alimentazione.
Soprattutto rispondono alla missione principale in pedodonzia: l’approccio psicologico al bambino volto ad ottenerne la collaborazione, accompagnandolo in tutte le fasi del trattamento. In questo senso il dialogo diventa la terapia, la comunicazione che si fa condivisione e che deve necessariamente coinvolgere in modo attivo i genitori.
D: Quanto è importante la collaborazione con il/i genitore/i?
Direi fondamentale. Il genitore è l’alleato più importante del pedodontista perché con il suo comportamento può condizionare l’atteggiamento del bambino nei confronti della seduta. Può addirittura accentuarne le paure e limitarne la disponibilità a collaborare se attiva dinamiche protettive o all’opposto punitive.
Il bambino che affronta per la prima volta l’esperienza odontoiatrica sperimenta la paura dell’ignoto e in quest’ottica l’atteggiamento più ecologico è quello che lo sostiene amorevolmente e lo incoraggia attivamente.
D: Cosa si intende invece per ortognatodonzia?
L’ortognatodonzia è quella branca della medicina odontoiatrica che si dedica allo studio e alla terapia delle anomalie dello sviluppo e della crescita dell’apparato dento-maxillo-facciale e delle strutture muscolari ad esso correlato, dalla nascita alla sua maturità.
Comprende infatti tutti i procedimenti PREVENTIVI, INTERCETTIVI e CORRETTIVI delle anomalie dentali dentali e scheletriche, utilizzando dispositivi funzionali o meccanici chiamati comunemente “apparecchi”, al fine di stabilire normali relazioni anatomiche e funzionali dei denti e delle loro basi ossee.
D: Forse può chiarirci meglio le idee parlandoci degli obiettivi?
Gli obiettivi del trattamento ortodontico non si limitano solamente al corretto allineamento dei denti, ma mirano anche al raggiungimento di un’armoniosa estetica del viso, una funzione masticatoria efficiente, un migliore stato di salute dei denti e dei loro tessuti di sostegno.
L’ortodonzia infatti trova indicazione in quell’ampio insieme di patologie identificato genericamente con il termine di MALOCCLUSIONE.
D: Può spiegarci meglio cosa significa malocclusione?
Si intende per malocclusione il complesso delle anomalie scheletriche, muscolari e dentali che non consentono il fisiologico funzionamento dell’apparato stomatogatico e/o ne determinano uno squilibrio e/o una disamonia anche a livello estetico.
Una malocclusione può determinare difficoltà masticatorie, affaticamento e dolore muscolare e nei casi più seri avere gravi ripercussioni a danno delle articolazioni temporo-mandibolari (ATM).
Le malposizioni dentarie, generalmente dovute ad affollamento, creano altresì difficoltà nell’igiene orale quotidiana, con possibili accumuli di placca ed intasamento alimentare e susseguente eventuale insorgenza di patologie dento-gengivali.
D: Cosa si intende per affollamento?
L’affollamento si verifica quando vi è una discrepanza in difetto fra lo spazio disponibile in arcata e l’effettiva dimensione dei denti, per cui questi si trovano ad accavallarsi gli uni agli altri. Semplificando sono due le possibili condizioni scatenanti: un’effettiva ridotta dimensione scheletrica (micrognazia), oppure un’eccessiva dimensione delle corone dei denti (macrodonzia).
D: A che età è consigliabile una prima visita ortodontica?
Vale la regola aurea della medicina: quanto più precoce è la diagnosi, tanto maggiori sono le possibilità di successo della nostra terapia.
Va anche detto che nel bambino è possibile intervenire sullo scheletro, ancora in fase di sviluppo e pertanto la terapia, che diventa a questo punto anche ortopedica, consente di raggiungere risultati assolutamente sorprendenti.
Nell’adulto, invece, dove le basi ossee sono già strutturate è possibile lavorare solamente sull’assetto dentale, con molti più limiti di manovra e talvolta accettando dei veri e propri compromessi biologici.
Per questo noi consigliamo una visita specialistica tra i 3 e i 6 anni di età. Già in fase di dentizione decidua o mista è infatti possibile intercettare un’anomalia di crescita (sia essa in difetto o in eccesso) delle basi ossee impostando precocemente un trattamento ortopedico funzionale finalizzato ad uno sviluppo facciale più armonico.
Anzi, in collaborazione con i pediatri, cerchiamo di informare e istruire le mamme già durante la gravidanza ancora prima del parto sulle buone abitudini da adottare e soprattutto sui comportamenti da evitare.
Per esempio personalmente insisto molto nel favorire l’allattamento al seno per una serie di ragioni: prima di tutto è naturale, educa il bambino ad una corretta postura e funzione della lingua, abituandolo ad una deglutizione corretta, favorisce la respirazione nasale e di conseguenza il fisiologico sviluppo del palato e del massiccio mascellare.
A proposito la lingua è un organo assolutamente straordinario, composto da ben 26 muscoli e capace di sviluppare una forza pari a un chilogrammo: una sua funzione alterata può determinare scompensi dentari e anomalie di sviluppo delle ossa mascellari.
Non a caso si parla di deglutizione atipica per descrivere un particolare tipo di malocclusione, sostenuta appunto da un anomalo comportamento dell’attività linguale.
E qui entra in campo una delle protagoniste della nostra equipe: la figura del Logopedista, la cui collaborazione è fondamentale in tutte quelle situazioni in cui è necessario rieducare la lingua ad una fisiologica funzione e ad una corretta postura.
Per saperne di più.. Arrivederci al prossimo articolo!!!