Perché devo pagare la prima visita?

di | 5 Febbraio 2016

prima visita

Questo articolo nasce dalla volontà di affrontare lo spinoso argomento del costo della prima visita, reso più che mai attuale dalle sempre più frequenti e scandalose promozioni in campo odontoiatrico.

Se sei uno di quei pochi che ancora non si è posto il problema, perché ritiene giusto, oserei dire sacrosanto, corrispondere un onorario al professionista a cui stai chiedendo un consulto (proprio come quando ti rivolgi al commercialista, all’idraulico o quando vai al supermercato a comprare la pasta), allora puoi direttamente saltare alle conclusioni.

Ma se ti sei fatto questa domanda può significare due cose:

1. dai per scontato che tu NON debba pagare la prima visita, magari nemmeno ti chiedi da dove nasca questo chiamiamolo “diritto acquisito” .. semplicemente sei stato letteralmente bombardato dal marchetting del settore (non è un refuso .. hai letto proprio marchetting, perché di fare marchette si tratta! Il marketing, quello serio, è tutta un’altra cosa!).

L’obiettivo di tale (dissennata) strategia?

Semplice: attrarre nuovi clienti ad ogni costo (eh no, caro mio…in questo caso tu non sei più un paziente e spero di riuscire a fartelo capire molto chiaramente), anche pagando di tasca propria per averti sulla poltrona.

Ah, non ci credi? E invece è proprio così!

Ti ho già spiegato in un precedente articolo (Presto e bene vanno insieme?) che lo studio odontoiatrico, anche il più fatiscente, ha un costo orario di esercizio (le luci accese per esempio .. anche se qualcuno a proposito sta già pensando di dotarsi di lussuose candele al richiamo di centro olistico-biologico-kmzero-etc.).

Nell’imbelle tentativo di guarire dalla cosiddetta “sindrome della poltrona vuota”, complice la perdurante crisi economica che ne ha svuotato le sale d’attesa, molti sedicenti colleghi, di certo colti da panico, hanno pensato bene di svendere l’unica cosa preziosa che hanno, ovvero la propria conoscenza, illudendosi che questo stratagemma bastasse a rimediare l’emorragia di pazienti.

Introducendo un duplice danno: uno economico, forse entro certi limiti trascurabile, per il tempo non retribuito che loro dedicano alla prima visita e uno di immagine, letteralmente DEVASTANTE, abituandoti a non considerare il reale VALORE di quella conoscenza (peraltro acquisita in anni di studio e sacrifici) necessaria a stilare una corretta DIAGNOSI (ti ricordo che siamo in campo medico: la bocca attiene in maniera preponderante alla tua salute e al tuo benessere globale, determinando drasticamente le tue capacità relazionali);

2. non solo dai per scontato di non dover pagare la prima visita, ma lo ritieni anche giusto perché i dentisti sono cattivi e pure ladri.

Sai cosa ti dico? Non hai tutti i torti, soprattutto al punto 2.

Ma attento a non cadere in pericolose generalizzazioni, perché le responsabilità della categoria sono enormi, come gli spaventosi luoghi comuni perpetrati per generazioni .. se sei cresciuto negli anni ’80, come il sottoscritto, ricorderai la pubblicità della Happydent!

Il bel dottorone, verosimilmente single e piacione, che dopo una notte brava arriva in studio al volante della sua sportiva (neanche a dirlo una Corvette) con il solito irrispettoso ritardo e viene puntualmente redarguito dall’assistente “modella”: “Dottore, la aspettano”.

Il Casanova però mette tutti in pace sfoggiando un magnifico (sul serio) sorriso smagliante nel dire “Ho fatto un po’ tardi ieri sera!“. (Se non la ricordi o non l’hai mai vista puoi farlo cliccando qui)

Al demolire definitivamente la reputazione della categoria ha infine pensato la cronaca, in anni in cui alla ribalta sono apparsi con disarmante frequenza:

  • il dentista evasore,
  • il dentista abusivo,
  • il dentista palazzinaro,
  • il dentista bracconiere (vedi il leone Cecyl, simbolo della Tanzania, abbattuto da un dentista americano),
  • Il dentista imbucato (vedi ultimo Capodanno a Cortina).

È giusto tuttavia fare un distinguo: non siamo tutti così!

Come in tutte le professioni ci sono onesti e disonesti (magari a loro insaputa) .. è la natura delle cose, anzi è la natura umana.

Ci sono tantissimi professionisti preparati e davvero appassionati al proprio mestiere, capaci di stringere con i propri pazienti non solo una proficua alleanza terapeutica, fondamentale per tutti i processi riparativi coinvolti nella guarigione, ma anche un rapporto di profonda fiducia reciproca.

Una relazione che matura nel tempo dove il dentista diviene il legittimato custode della salute orale e dove il paziente spesso può scoprire un’inattesa amicizia.

Poniamo il caso che di tutto questo non ti interessi nulla al momento.

Che dell’umanità, della professionalità, del carattere del personale sanitario e dei servizi che popolano il microcosmo di uno studio odontoiatrico non t’importi niente, perché attualmente non stai considerando questi aspetti come espressione di un valore!

Perché tutti adesso ti propongono “prima visita e preventivo gratuiti”.

Allora voglio ribaltarti la domanda: perché non dovresti pagare la prima visita?

Perché così fan tutti? È il mercato bellezza!

Ma non ti capita neanche per un istante di pensare che potrebbe trattarsi soltanto di un’esca commerciale?

Perché un professionista preparato, dovrebbe regalarti la propria conoscenza, ma soprattutto il proprio tempo (che potrebbe destinare ad imprese più piacevoli, come la preparazione fisica per interpretare la notte brava smagliate più che mai) di fatto pagando di tasca propria, perché tu ti sieda sulla sua poltrona?

Per di più mettendo a tua completa disposizione, oltre al proprio personale competente anche materiali, attrezzature e tecnologie sofisticate e costosissime?

O è scemo, oppure vuole venderti qualcosa!

Fidati.. Vuole venderti qualcosa!

Infatti, l’unico modo per sostenere questo costo è convincerti durante la visita gratuita a sottoporti al successivo trattamento, anche quando, forse, non ce n’è davvero bisogno. Il dentista inoltre tenderà a ridurre i tempi della prima visita, per garantirsi più interventi, dedicando meno attenzione e cura a ogni singolo paziente.

A questo punto è possibile che si aprano scenari inquietanti per la tua salute orale!

Se l’obiettivo non è più “educare” il paziente, fornendo informazioni davvero utili e adeguate, ma fondamentalmente “vendere” un servizio o meglio una prestazione, entriamo in una dimensione molto pericolosa in cui l’etica medica viene dolosamente stravolta per biechi fini economici.

È lecito infatti supporre che il sedicente clinico, guadagnando esclusivamente sul trattamento, si disabitui a fornire un parere davvero indipendente e “spassionato”, cercando piuttosto di forzare la mano, proponendoti interventi non necessari (overtreatment) o addirittura scorretti (malpractice).

Chi ne pagherà le conseguenze sarai tu! D’accordo non avrai pagato la prima visita e magari avrai pure risparmiato sul trattamento (a proposito: attenzione al low cost!), ma potrai trovarti irrimediabilmente mutilato in ciò che hai di più prezioso, ovvero il tuo patrimonio biologico.

Considera anche che chi, svendendosi, non potrà dedicarti il tempo necessario per porre le basi di una relazione di fiducia e per completare una visita approfondita, accurata e personalizzata, difficilmente recupererà tutte le informazioni indispensabili per indicarti la soluzione clinica più appropriata ed individualizzata, perché pertinente al tuo specifico problema.

Per noi medici onesti che interpretiamo con dedizione la nostra missione di vita rivolta alla cura e assistenza dei pazienti, la prima visita rappresenta uno spazio sacro che ci offre la possibilità di raccogliere tutte le informazioni necessarie ad analizzare e comprendere la problematica biologica del paziente (anamnesi, indagini strumentali, radiografie, etc.), ma non soltanto..

Ci consente soprattutto di stabilire con lui il primo contatto, di conoscerlo, di intravederne le preoccupazioni, di capire in sostanza quale umanità abbiamo di fronte.

Quindi di prepararlo alle fasi successive attraverso l’elaborazione di un consenso al trattamento veramente informato e una pianificazione consensuale della terapia che comprenda anche gli inevitabili adempimenti economici.

Se non ti ho ancora convinto che sia giusto e raccomandabile pagare la prima visita odontoiatrica, purché condotta con i criteri appena accennati, non preoccuparti!

Chi ci rimette sei tu! Poi però non lamentarti qualora le cose nel tempo non andassero bene come ti saresti aspettato!

È solo una questione di tempo, ma a quella lista presto tardi aggiungeremo il dentista imbonitore.

È solo una questione di tempo, ma presto o tardi anche tu capirai che quella prima visita gratuita ti sarà in realtà costata molto cara, poiché “una cosa che non costa nulla non vale nulla” (cit. compianto Prof. Mario Martignoni).

Ad majora.

Matteo

 

 

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